In fila ai distributori aspettando la benzina. Che ancora non c'è

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A mezzanotte sono scaduti i cinque giorni di blocchi proclamati dagli autotrasportatori dell’Aias. Infatti questa mattina sono iniziate le lunghe file davanti ai rifornimenti nella speranza che arrivi qualche autobotte. Ma secondo alcuni gestori potrebbe essere “un’attesa vana” perche’ se c’e’ stata un’attenuazione nei blocchi nei Tir in Sicilia non risulta ci siano autocolonne di autobotti cariche di carburanti che hanno lasciato la raffineria di Priolo Gargallo. Ieri il responsabile degli autotrasportatori dell’Aias, Giuseppe Richichi aveva annunciato altri cinque giorni di sciopero. Ma la questura di Catania lo ha smentito. Ma come preannunciato “Forza d’urto” sta proseguendo la protesta. Martino Morsello, leader del “Movimento dei forconi” lancia un invito agli autotrasportatori.
“La nostra protesta  deve essere nei presidi in modo visibile facendo scorrere normalmente tutti i mezzi, compresi quelli che caricano merci e contribuiscono al reddito delle aziende”. “Evitiamo – conclude – qualsiasi strumentalizzazione che possa danneggiare l’immagine del ‘Movimento dei Forconi’ e della Sicilia stessa. La protesta pacifica è prevista fino al 26 gennaio”.

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“Lo sciopero continuera’ fino al 25 gennaio”, lo ha detto oggi il responsabile degli autotrasportatori dell’Aias, Giuseppe Richichi.  Ma la questura di Catania lo smentisce. Quindi a mezzanotte gli autotrasportatori dell’Aias toglieranno i presidi dagli snodi cruciali dell’Isola.

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Secondo alcune fonti, il comitato avrebbe inviato alle Questure un’informativa dove vengono descritte le nuove modalità di protesta , mobilitazione che continuerà fino al 27 gennaio. La stesse informative sono state recapitate anche nelle Questure di Messina e Catania, dove hanno ricevuto il diniego. Sono molti gli automobilisti e i motociclisti rimasti senza carburante. Benzina e gasolio sono ormai esauriti e i distributori sono stati costretti a chiudere. Ieri, venerdì, sono state otto le persone arrestate dalla polizia per furto di carburante, tra Palermo e Messina. Nei supermercati scaffali semivuoti. Mancano soprattutto prodotti freschi e a scadenza ravvicinata, come latticini e verdure.

Il pensiero di Monti: In Sicilia non sono in atto ‘rivolte’, una ‘parola forte’, ma si tratta di ‘fenomeni’ di protesta ‘gravi e preoccupanti’. E’ quanto dichiara il premier Mario Monti, a ‘Otto e mezzo’ su La7. ‘Vedro’ nei prossimi giorni il presidente Lombardo e affronterò con lui questi problemi’, aggiunge il presidente del Consiglio. ‘Non lo temo, non lo credo e spero non avvenga’, prosegue Monti, rispondendo alla domanda se tema il propagarsi del fenomeno nel resto del Paese.

Decreto infrastrutture: Nella bozza all’esame del Consiglio dei ministri sono state previste misure a sostegno dell’autotrasporto. La norma prevede un anticipo del recupero delle accise per gli autotrasportatori. Salta invece il tetto dei 250mila euro per le compensazioni dei crediti d’imposta. Per Richichi il nodo reale resta il costo del gasolio che va defiscalizzato come già avviene per i pescatori e gli agricoltori compreso l’abbattimento del costo del traghetto o dei pedaggi autostradali.

Il vertice con Lombardo: Il vertice convocato dal presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, con i prefetti di Palermo e Catania e delegazioni di manifestanti si e’ chiuso ieri con un nulla di fatto. “Siamo affamati, la politica non lo capisce o non lo vuole capire”, lo ha detto ieri Giuseppe Richichi, leader dell’Aias.

Le indagini: Intanto la Digos, sta indagando sulla presenza di estremisti di destra e di sinistra tra i manifestanti e le procure sono in allarme dopo le denunce su presunte infiltrazioni mafiose.

La mani della mafia nel settore agroalimentare:
 Il procuratore antimafia Pietro Grasso rispondendo a una domanda relativa al blocco dei tir in Sicilia, ha detto : “Non c’è dubbio che in realtà complesse e in territori dove c’è da sempre una presenza della criminalità organizzata di tipo mafioso è possibile che questi fenomeni ci siano. Però vanno accertati con rigore e severità”. “Si riscontra un inserimento e un infiltrazione di organizzazioni criminali nel settore agroalimentare, ha aggiunto Grasso, e si è scoperto l’interesse mafioso in tutta la filiera, dall’acquisto dei terreni alla produzione, dal trasporto all’acquisto di supermercati. Tutto ciò genera una situazione aberrante. I produttori abbandonano e i consumatori pagano un prezzo dieci volte superiore al prezzo normale. Alla tavola degli italiani – ha precisato il Procuratore Antimafia – c’è un invitato in più: l’organizzazione criminale che mangia quello che dovrebbero mangiare gli italiani”.

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